sabato 21 febbraio 2009

Intervista a Toni Capuozzo.
Moderatrice dell'incontro Sara Spiazzì.












GIOVEDI’ 5 MARZO Ore 21.00

TONI CAPUOZZO presenta: “Adios”

L’esperienza dell’inviato di guerra,

Teatro Filippini

Ha pubblicato Il giorno dopo la guerra: tra la Bosnia di oggi e un'Italia lontana (Feltrinelli 1996 ), un libro sull'assedio di Sarajevo in cui storie di sopravvivenza si mescolano alla rievocazione del dopoguerra italiano; e Occhiaie di riguardo (Piemme 2007), storie di cronaca grande o minuta da diverse zone di conflitto.

Capuozzo non si definisce un “inviato di guerra”, eppure come dice lui stesso ha seguito con scrupolo molti avvenimenti :i conflitti in Medio Oriente e la crisi nel Corno d’Africa, la strage di Bologna e il G8 di Genova, le guerre nei Balcani o la crisi di Timor Est, i delitti di provincia e le faide della ‘ndrangheta calabrese. Ma sono stato felice ogni volta che ho potuto raccontare una storia, per minuscola che fosse. . .un destino che, caparbio, continuasse ad alimentare un’insopprimibile individualità, una resistenza alle sorti collettive, alle letture geopolitiche, alle interpretazioni sociologiche.







Modera Sara Spiazzi, 26 anni di Pescantina, è laureata in Filosofia e Antropologia culturale ed Etnologia all’Università di Bologna. Svolge il servizio civile presso Fevoss onlus, associazione di volontariato socio-sanitario veronese, e ricerca sui temi dell’emarginazione, povertà e inclusione sociale. Ha aderito al progetto Freeentry vedendolo come un occasione per imparare a organizzare e gestire momenti pubblici di riflessione collettiva, momenti di informazione e formazione sociale. Ha scelto di incontrare Toni Capuozzo poiché crede fermamente nell’importanza decisiva del viaggiare, confrontarsi con altre storie, luoghi, modi di affrontare la vita, per riconsiderare più obiettivamente la nostra società, il nostro stile di vita, e noi stessi.




Nel nostro incontro presenterà Adìos, pubblicato da Mondadori nel 2008, brevi storie nello scenario dell’America Latina fine anni Settanta, incontri, ed esperienze di crescita sul campo di due ragazzi, italiani in Nicaragua , spinti dal mito della Rivoluzione Cubana, dalla voglia di scoprire il mondo, da ideali e sogni da mettere alla prova. Uno, Capuozzo, si scopre giornalista nel desiderio irresistibile che si fa spontanea necessità di relazionare la Storia che vive in prima persona, la sua complessità, con racconti di persone e luoghi senza maiuscole, che si avvicendano senza lasciare altre tracce, che nelle sue parole diventano testimonianze dell’unicità di ogni vita umana.

Chiederemo a Capuozzo come si prepara all’ingresso nella realtà da raccontare, su cosa e su chi fa affidamento, quali sono i processi di avvicinamento che lo portano a saper guardare, saper vivere e poter parlare di una realtà che prima non gli appartenevano e che presto o tardi lascerà, quali sono gli sforzi che mette in atto per tentare di descrivere, comprendere, quali sono le mediazioni, le omissioni, i passaggi, le generalizzazioni che l’inviato deve compiere per trascriver sui giornali ciò che noi vogliamo conoscere, stando lontani.

giovedì 12 febbraio 2009

L' Assessore alle Politiche Giovanili Alberto Benetti ha scritto, con grande interesse per i giovani:

L'Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Verona ha promosso con vivo entusiasmo il progetto "Free Entry"; evento culturale rivolto ai govani della nostra città, che intende stimolare riflessini costruttive su argomenti di attualità di particolare importanza.
L'iniziativa, realizzata in collaborazione con Fondazione Aida- Teatro stabile di innovazione, ha visto coinvolto, nell'ideazione di questo ciclo di incontri con autori noti, filosofi e giornalisti del panorama italiano, un gruppo di ragazzi veronesi.

Sono convinto che impegnare voi giovani in prima persona nell'organizzazione di un evento a voi dedicato, vi dia l'opportunità di di mettervi in gioco e di essere protagonisti responsabili assieme ai vostri coetanei dell'iniziativa che, se pensata e voluta dal mondo istituzional, si arricchisce di significato e di contenuti proprio perchè lascia spazio anche alle vostre aspirazioni e perchè condivisa, in un rapporto di rispetto e fiducia reciproco, da voi con noi. Solo così potrà essere oltre che un'esperienza anche un successo.

E' su questo terreno che possiamo contribuire tutti insieme alla crescita delle idee e alla difesa di valori autentici e costruire, grazie ad un lavoro di squadra e a comuni regole di riferimento, le basi per una progettualità a favore del vostro futuro.
E' una sfida che vale la pena accettare. E' una sfida che permetterà ad ogniuno di noi essere una persona libera, forte e vera.

Mi auguro quindi che questi momenti culturali siano occasione di ascolto e di confronto fra voi giovani e che possano essere allo stesso tempo, l'inizio di un nuovo dialogo e di una più ampia e appassionata partecipazione alle attività lanciate dall'Assessorato che rappresento.

Alberto Benetti
Assessore alle politiche giovanili

giovedì 5 febbraio 2009

Intervista a Giuseppe Ayala.
Moderatore dell'incontro Cristiano Polese













VENERDI 13 FEBBRAIO Ore 17.30

GIUSEPPE AYALA Presenta: “Chi ha paura muore ogni giorno”

La cultura della legalità,

Aula Corte d’Assise Tribunale di Verona.

Attualmente consigliere presso la Corte d¹Appello di L¹Aquila, Giuseppe Ayala, dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita all¹Università degli Studi di Palermo, esercitò la professione di pubblico ministero diventando, tra l¹altro, Consigliere di Cassazione. Ebbe un ruolo di spicco nel Pool Antimafia di Palermo, con cui mise in crisi i rapporti tra la mafia siciliana e quella americana, e contribuì a stroncare in parte il traffico di droga transoceanico. Scampato per caso fortuito alla sorte che ha toccato i colleghi Giovanni Falcone prima e Paolo Borsellino poi, Giuseppe Ayala ha deciso con grande coraggio di schierarsi fin da giovane dalla parte sana delle istituzioni, allo scopo di perseguire il corretto funzionamento della giustizia.






Modera Cristiano Polese, 27 anni, di Lazise, laureando presso l’Università di Verona;




Dopo quindici anni Giuseppe Ayala ha voluto raccontare la sua esperienza intima, gli anni del suo impegno nel Pool Antimafia di Palermo, culminata con il maxiprocesso del 1986 che ha visto indagati più di quattrocento persone per crimini legati alla criminalità organizzata. “Chi ha paura muore ogni giorno” si interroga dunque sulle relazioni tra mafia e politica di allora, nella stagione più straordinaria che la lotta alla mafia abbia mai avuto in Italia, grazie all’ostinazione di uomini che hanno inteso servire lo Stato fino in fondo, mettendo in gioco la propria carriera e la propria vita, considerati i diversi omicidi di mafia raccontati da Ayala, ed in molti casi abbandonati dalla principale istituzione italiana.

domenica 1 febbraio 2009

Collaborazione con Fuori Aula Network e backstage di ogni evento!

Dopo la conferenza di venerdì 30 gennaio, in cui erano presenti membri della radio universitaria Fuori Aula, si è concordata una collaborazione con loro: la mattina dell' incontro (AYALA, VENEZIANI ecc...) il moderatore si recherà alle ore 10.00 presso la sede della Redazione di Fuori Aula, e presenterà, con i giornalisti della Redazione, l' ospite.

Nei giorni precedenti a ogni evento, il ragazzo di Free Entry che intervisterà l' autore in questione, provvederà a mandare i comunicati stampa, gli inviti, la newsletter e si metterà in contatto con le radio, le tv, e i quotidiani.